Molti colleghi pensano che alla fine di questa emergenza tutto ritornerà come prima... invece non sarà così e ti spiego il perché.
Ci sono similitudini in confronto a quella della "bolla immobiliare" del 2008?
I due contesti sono completamente diversi. Nel 2008, la crisi finanziaria e bancaria aveva indebolito i detentori di azioni, ma l'attività economica che aveva conosciuto una caduta di tendenza non si è fermata netta e ha ripreso in maniera regolare. La situazione attuale è più grave. È una crisi sanitaria con una probabile paralisi quasi totale dell'attività per diversi mesi. Viceversa, nel 2008 lo Stato non è andato in soccorso delle aziende con supporto per i dipendenti, che probabilmente consentirà ad alcuni il passaggio della tempesta. Ciò ridurrà l'impatto di questo terremoto sulle società. Le banche affermano che saremo in grado di sospendere i rimborsi dei prestiti da tre a sei mesi. Questo sostegno bancario e statale è piuttosto rassicurante.
Si prevede una caduta dei prezzi nel mercato immobiliare?
Per il momento, è molto difficile posizionarsi su questo. Le persone cercheranno di proteggersi andando verso valori sicuri. Normalmente, beni immobili di lusso e oro sono inclusi. Se la ripresa avrà luogo all'inizio di maggio, il mercato dovrebbe riprendere da dove si era interrotto con un riavvio regolare. Se invece questa situazione dura fino a metà luglio, sarà una storia diversa. Tutto dipenderà dalla portata e dalla lunghezza di questa crisi sanitaria. Tuttavia, rimango convinto che gli immobili di fascia alta dovrebbero tenere bene e fare meglio del mercato azionario.
E cosa succederà nel settore di mercato medio-basso?
Qui la situazione è molto differente. La prima cosa che succederà è che ci sarà un eccesso di offerta dovuta alla massiccia messa in vendita degli immobili di proprietà delle persone che inevitabilmente si troveranno in difficoltà economica a causa della perdita del lavoro non riuscirà quindi a pagare il mutuo, di quelle che chiuderanno l'attività - la ConfEsercenti ha stimato che circa il 40% dei negozi chiuderanno l'attività commerciale - e di quelle persone che che purtroppo sono decedute a causa di questa pandemie e questo porterà ad un crollo verticale dei prezzi delle case almeno del 30 o 40% rispetto all'attuale prezzo di mercato.
Per contro vi sarà una scarsità di domanda per la precaria situazione economica dei "sopravvissuti" - perché è questo ciò che realmente saremo - e le banche saranno poco disposte ad erogare mutui e finanziamenti vari se non a posizioni lavorative più che sicure.
Non per ultimo, vi sarà molta diffidenza da parte dei proprietari - anche rispettando tutti i protocolli igienici sanitari - nel far entrare degli sconosciuti nelle loro case, specie se vi sono persone anziane, e questo complicherà non poco il normale svolgimento delle transazioni poiché i tempi delle trattative si allungheranno notevolmente. In conclusione, dopo il Coronavirus il mercato di fascia alta non risentirà più di tanto le conseguenze di questa crisi, mentre quello di fascia medio-bassa sarà in difficoltà per via dell'esigenza di dover vendere e per la difficoltà di accesso al credito degli acquirenti.
Chi ne ricaverà i maggiori benefits?
Con il crollo dei prezzi del mercato medio-basso, chi dovrà - purtroppo - vendere per realizzare sarà costretto inevitabilmente a livellare verso il basso le proprie pretese e chi avrà la disponibilità economica personale senza dover ricorrere all'accesso al credito o che ha i giusti requisiti finanziari o che ha già una pre-delibera mutuo a suo favore, potrà fare degli ottimi affari trovando degli immobili che oggi sono valutati a 2.000 euro/mq a 1.200/1.400 euro/mq.
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